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Il test molecolare per COVID-19 viene utilizzato per diagnosticare la presenza di un’infezione in corso da SARS-CoV-2, il nuovo ceppo di coronavirus che causa la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19). A tale scopo, il test molecolare maggiormente utilizzato in laboratorio è la reazione a catena della polimerasi con trascrittasi inversa, nota anche come RT-PCR. La PCR e i test molecolari si basano sull’identificazione del materiale genetico del virus in un campione del tratto respiratorio del paziente. Questi test sono considerati il “gold standard” per la diagnosi di COVID-19.
L’esecuzione del test prevede l’isolamento del materiale genetico a partire da un campione respiratorio del paziente e la successiva moltiplicazione (amplificazione) in milioni di copie di corte sequenze di DNA. Tramite questo processo di amplificazione è possibile rilevare la presenza di SARS-CoV-2 anche a partire da piccole quantità di DNA.
Il materiale genetico che viene ricercato è rappresentato da acidi nucleici ed il processo di moltiplicazione delle copie di DNA è noto come amplificazione; per questo, tale tecnica di laboratorio prende il nome di amplificazione dell’acido nucleico (NAAT).
Sono disponibili differenti metodologie per eseguire questo tipo di esame di laboratorio. La reazione a catena della polimerasi con trascrittasi inversa (RT-PCR) è la più comunemente utilizzata nei test per COVID-19. Alcuni esempi di altri metodi d’analisi che possono essere utilizzati per l’amplificazione dell’acido nucleico (NAAT) includono:
Amplificazione isotermica mediata dal loop (LAMP)
Amplificazione mediata da trascrizione (TMA)
Reazione di amplificazione con endonucleasi nicking (NEAR)
Amplificazione per spostamento del filamento (SDA)
Brevi ripetizioni palindromiche raggruppate e regolarmente intervallate (CRISPR)
Amplificazione elicasi-dipendente (HDA)
Tali tecniche di laboratorio non vengono utilizzate esclusivamente per COVID-19, ma possono rilevare la presenza anche di altri virus. Inoltre, sono disponibili nuovi test molecolari in grado di distinguere, all’interno dello stesso campione, tra il virus dell’influenza e il virus SARS-CoV-2.
Il campione respiratorio viene ottenuto piegando all’indietro la testa del paziente ed inserendo (per 7-9 cm) un tampone (simile ad un lungo cottonfioc) nelle narici, fino a toccare la parete posteriore del rino-faringe, dove viene lasciato per alcuni secondi e quindi ruotato alcune volte prima di disinserirlo. Il campione deve essere prelevato da entrambe le narici. Alternativamente, è possibile ottenere un campione dalle vie respiratorie tramite tampone della parte anteriore del naso e/o della parte posteriore della gola (orofaringeo)
La procedura richiede meno di un minuto, può essere fastidiosa ed indurre prurito, lacrimazione e colpi di tosse, in particolare nel caso del tampone nasofaringeo.
Talvolta è possibile utilizzare un campione di saliva del paziente, ottenuto inserendo una quantità sufficiente di saliva in un contenitore di raccolta.
L’obiettivo della PCR e dei test molecolari è di determinare la presenza di un’infezione in corso da SARS-CoV-2 in pazienti che presentano segni e sintomi di COVID-19. Questo test può essere utilizzato per la diagnosi, lo screening ed il monitoraggio della malattia.
Inoltre, il test molecolare può essere utilizzato per rilevare COVID-19 in soggetti asintomatici ma che sospettano di essere stati esposti al virus tramite contatto con pazienti affetti.
In alcuni casi, tale test viene impiegato per confermare il risultato ottenuto tramite altri tipi di test, quali il test antigenici per COVID-19.
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